Cosa vedremo in questo articolo
Rendite mensili con investimenti di successo, il sogno di tutti. Le tanto discusse entrate passive! Ognuno di noi vorrebbe avere delle fonti di reddito automatiche, per integrare il proprio stipendio.
Il primo passo per costruire un portafoglio a rendita è identificare l’obiettivo alla base. Ora ti chiederai: è davvero possibile investire, per avere una rendita? Dove investire per averla?
Ecco 3 tipologie di investimento per costruire una reale rendita passiva.
Cedole e dividendi, un portafoglio diversificato
Sfruttare le cedole e i dividendi di strumenti finanziari è il metodo tradizionale per usufruire di una rendita passiva. L’importante è creare un portafoglio con un grado di rischio adatto al profilo dello specifico investitore.
Le cedole sono gli interessi rilasciati dalle obbligazioni, i dividendi sono gli utili distribuiti agli azionisti. Costruendo un portafoglio diversificato, si può ottenere un 3/4% netto annuo di rendita passiva.
Chiaramente, più è grande il tuo patrimonio più questo reddito aggiuntivo sarà consistente. Proprio per questo motivo, il consiglio rivolto ai giovani è di accumulare più denaro possibile nel corso degli anni, per goderne poi quando il fisico non permetterà più ritmi di lavoro così elevati.
Questo metodo ha tre caratteristiche principali:
- richiede poco tempo per la gestione (ancora meno se delegata);
- livello di rischio deciso a priori dall’investitore, in base ai suoi obiettivi, orizzonti temporali ed indole personale;
- il tuo patrimonio è sempre sotto il tuo controllo.

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Le azioni con dividendi convengono per avere una rendita mensile?
Quando si parla di azioni vengono sempre in mente i loro dividendi. Ma cosa sono i dividendi azionari? In parole semplici è un pagamento fatto dall’azienda sottostante alla particolare azione, verso i suoi azionisti, ovvero coloro che detengono una o più azioni di quella determinata azienda.
Detto così sembra proprio un bel regalo fatto a chi ha investito nell’azione di quella azienda. È veramente così?
In realtà il dividendo non è un “bonus” generosamente elargito dalle società per azioni, ma una parte degli utili fatti dalle stesse e distribuiti ai suoi azionisti. Si tratta, però, solo di una scelta della particolare azienda, che avrebbe potuto anche reinvestire gli utili senza distribuire dividendi, facendo magari aumentare di valore il prezzo delle azioni.
Infatti, ad ogni distribuzione (stacco) dei dividendi si assiste solitamente ad una diminuzione del prezzo dell’azione, proprio perché questa ha ceduto parte del suo valore agli azionisti sotto forma di liquidità. Esistono azioni di diverso tipo, ma non tutte staccano dividendi.
Inoltre, anche quelle che li distribuiscono, potrebbero decidere di aumentarne o diminuirne il valore fino ad azzerarlo oppure cambiarne la frequenza di pagamento (mensile, bimestrale, trimestrale, semestrale, annuale). I dividendi di un’azione non sono quindi costanti e sicuri nel tempo.
Pertanto, per costruirsi una rendita mensile attraverso i dividendi azionari, è necessario studiare bene le aziende che li staccano, il loro andamento storico e pianificare i flussi mensili desiderati.
Rendite mensili: buona idea dalle cedole delle obbligazioni?
A differenza dei dividendi da azioni, le cedole da obbligazioni sono per gli investitori degli ingressi di denaro più sicuri. Di fatto, le cedole obbligazionarie non derivano dagli utili di un’azienda molto spesso variabili, al contrario sono definite da un “contratto” tra l’emittente dell’obbligazione e l’investitore che di fatto gli sta prestando soldi.
Grazie a questo prestito l’emittente, azienda o Stato che sia, si finanzia per i suoi scopi e paga agli investitori/prestatori per un certo periodo di tempo e con una certa frequenza un tasso cedolare prestabilito.
Puoi capire come tale ingresso di denaro, assicurato dalle cedole delle obbligazioni finanziarie, sia fonte di guadagno regolare per l’investitore che voglia avere una determinata rendita periodica. L’entità delle rendite da cedole obbligazionarie è in genere inferiore a quella proveniente da dividendi azionari, a fronte però di:
- una maggior certezza di pagamento;
- un minor rischio di default dell’investimento;
- una minor volatilità del portafoglio;
- una migliore programmabilità dei flussi di denaro entranti.
I conti deposito possono generare rendite mensili sicure?
I conti deposito sono, da un certo punto di vista, tra gli strumenti meno rischiosi del panorama finanziario. Essendo così poco volatili, offrono anche un rendimento e quindi una rendita piuttosto ridotta.
Si potrebbe dunque pensare di utilizzarli per crearsi una rendita mensile sicura, seppur di minore entità rispetto ad altri strumenti finanziari più volatili. Tuttavia, ciò non è sempre possibile, in quanto i loro rendimenti sono molto legati, per noi europei, ai tassi di interesse stabiliti dalla Banca Centrale Europea.
Finché essi avranno valori medio-alti, anche i rendimenti dei conti deposito saranno interessanti, ma in periodi di tassi nulli o molto bassi le loro performance tenderanno a zero.
Altro problema dei conti deposito è il rischio di fallimento della banca da cui vengono emessi. In tal caso, per quanto poco probabile ma sempre possibile, si rischierebbe di non rivedere, almeno in parte, il capitale investito e la relativa rendita collegata.
Cosa hanno di meglio i fondi comuni per generare una rendita?
Il problema di perdere tutto o gran parte del patrimonio investito in un singolo strumento finanziario, sia esso un conto deposito, un’obbligazione o un’azione è, per quanto remoto, purtroppo reale. Come è già successo in passato, succederà certamente anche in futuro.
Non c’è da augurarsi che il proprio capitale destinato a produrre rendite mensili venga coinvolto in uno di questi default: dovremmo dire addio, oltre che alla rendita, anche al capitale investito. Ciononostantec’è un modo per ottenere una rendita finanziaria periodica, tutelando allo stesso tempo il proprio patrimonio da questo rischio catastrofico. Questo è possibile solo grazie alla diversificazione.
A tale scopo sono nati fondi comuni a gestione attiva o a gestione passiva che al proprio interno hanno centinaia se non migliaia di azioni e/o obbligazioni.
Il fallimento di una o più di queste entità singole o dell’emittente stesso del fondo non compromette affatto l’investimento che continua a sopravvivere e a generare rendimenti. Questi possono essere prodotti sotto forma di cedole e dividendi tanto utili all’investitore che ha come obiettivo avere una rendita periodica.
Ecco perché sono nati investimenti collettivi, ossia fondi comuni ed ETF, “a distribuzione”, così denominati per la loro peculiarità di fornire periodicamente agli investitori dei dividendi. Vuoi approfondire la tematica degli ETF a distribuzione? Leggi il nostro articolo.
Investimenti e rendite: il P2P lending e il crowdfunding possono essere una soluzione?
Come in ogni ambito della vita, la risposta è dipende. Nell’ambito del P2P lending e del crowdfunding entra in gioco una buona fetta di fortuna.
Questa modalità di investimento consiste nel prestare capitale a terze parti (persone o aziende) per svolgere diverse tipologie di operazioni finanziarie, da cui viene riconosciuto un interesse elevato, fino al 10% annuo. Apparentemente sembrano investimenti sicuri, con rendite elevate. Le suddette operazioni finanziarie riguardano principalmente il finanziamento di consumatori finali, di nuove aziende, come le startup, e di progetti immobiliari; il tutto grazie alla raccolta di fondi su di una piattaforma digitale.
Il consiglio è di dedicare a queste forme di investimento solo una parte residuale (massimo 2-3%) del proprio patrimonio. Queste tipologie di investimento hanno tre caratteristiche principali:
- elevati interessi riconosciuti;
- rischio di credito: possibilità di non avere indietro il capitale investito, ovvero prestato;
- rischio di fallimento della piattaforma.
- nessun controllo sul capitale investito.
Insomma, come sempre la regola numero uno della finanza viene anche in questo caso rispettata: a grandi rendimenti attesi corrispondono sempre elevati rischi.


Leggi la nostra guida sul come investire in immobili e avere il successo che hai sempre sognato!
Rendite mensili: conviene comprare immobili?
In Italia è considerato l’investimento per eccellenza. Comprare una casa da mettere in affitto attraverso un mutuo è il terzo metodo per avere una rendita mensile.
Molti proprietari di case in affitto (Milano a parte) dichiarano di essere alla pari tra affitti ricevuti e costi sostenuti alla fine dell’anno. Quando invece si riesce ad essere profittevoli, si stima un rendimento medio netto del 3% annuo. Pari o addirittura inferiore alla rendita passiva di un portafoglio diversificato, ma con molte più incombenze e problematiche annesse.
La scelta di un immobile redditizio richiede elevate conoscenze e tanto tempo a disposizione per la gestione concreta (es. pratiche edilizie, ristrutturazioni, …). In aggiunta siamo tra i Paesi con il più alto tasso di morosità in Europa, attenzione dunque! Un business che nel tempo si è evoluto per risolvere le varie incombenze legate agli immobili, creando figure come il P.M. (Property Manager) e i Sublocatori.
Questa tipologia di investimento per generare una rendita ha tre caratteristiche principali:
- richiede molto tempo per la sua gestione;
- necessita di grandi capitali di partenza;
- procura un forte stress psicologico;
- è soggetto a molteplici rischi specifici (es. morosità degli inquilini, usura e danneggiamenti dello stabile, problemi di vicinato).
Se vuoi una rendita mensile dall’immobiliare investi nei REITs!
I REITs (Real Estate Investment Trusts) sono società che possiedono e/o gestiscono immobili, per generare rendite tramite compravendite, ristrutturazioni e canoni di locazione. La definizione di REIT è internazionale mentre in Italia parliamo di SIIQ (Società di Investimento Immobiliare Quotate).
Le proprietà dei REITs possono essere di tutti i tipi: uffici, appartamenti, hotel, ospedali, centri commerciali, magazzini, ecc. I requisiti principali che un REIT deve avere sono i seguenti:
- distribuire ogni anno agli azionisti il 90% dell’utile sotto forma di dividendi;
- detenere il 75% del patrimonio in immobili o obbligazioni del Tesoro;
- avere il 75% del reddito lordo proveniente da affitti, vendite di immobili o interessi su mutui che finanziano proprietà immobiliari;
- avere meno del 50% delle azioni detenute al massimo da cinque persone fisiche;
- avere almeno 100 azionisti dopo il primo anno di esistenza
- devono essere gestiti da un consiglio di amministrazione o da un amministratore fiduciario.
A questo punto forse ti starai chiedendo: come posso investire in un REIT, per avere rendite mensili? Per gli investitori retail le strade sono fondamentalmente due:
- acquistando le azioni di una società di questo tipo;
- comprando le quote di un fondo collettivo di investimento negoziabile in borsa (es. fondo comune a gestione attiva o ETF a gestione passiva).
Nel primo caso starai puntando su una singola società immobiliare con tutti i rischi annessi e connessi, mentre nel secondo caso diversifichi in centinaia di REITs di tutto il mondo o di una particolare area geografica, eliminando il rischio specifico di fallimento di una singola azienda).
Investire in REITs, in estrema sintesi, ha i seguenti vantaggi:
- accesso al mercato immobiliare anche con piccole somme;
- risparmio di tempo ed energia per gestire il proprio investimento immobiliare;
- distribuzione di dividendi elevati;
- diversificazione del portafoglio di investimenti.
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Come costruire una rendita fiscalmente ottimizzata
La rendita ottimizzata è la controparte ad accumulo del portafoglio di cui abbiamo parlato inizialmente. Come visto, produce cedole e dividendi automatici in momenti prestabiliti, in base agli strumenti finanziari che lo compongono. Invece, la rendita fiscalmente ottimizzata non produrrà cedole e dividendi in periodi prefissati, ma permetterà di reinvestire questi flussi di denaro automaticamente nel portafoglio, sfruttando l’interesse composto.
Sarà, quindi, l’investitore ad andare a prelevare il capitale nella quantità e nei periodi necessari alle sue esigenze. Questa modalità ha principalmente due pro:
- i prelievi di denaro vengono fatti nelle posizioni del portafoglio che in quel momento del ciclo economico sono maggiormente favorevoli;
- si evita la tassazione a ogni stacco automatico di cedola e dividendo, permettendo al capitale di crescere più omogeneamente.
In tal modo i tuoi investimenti ti daranno delle rendite senza fatica con tre specificità:
- richiede più tempo del portafoglio tradizionale (meno se delegato);
- permette una crescita lineare del capitale nel tempo;
- necessita di competenze economico-finanziarie elevate.
Quanto investire per avere una rendita?
La risposta a tale domanda è come sempre: dipende! Dipende da quanti soldi ti servono, da che tenore di vita vuoi, da quanto puoi investire per generare rendite da investimenti.
Ipotizzando un rendimento medio netto annuo del 3-4%, 500.000 € ti daranno mediamente 15-20 mila euro netti l’anno. Questo è l’ordine di grandezza cautelativo che ti puoi aspettare da un investimento con la finalità di avere una rendita nel tempo. Quindi, capisci bene che, per avere rendite importanti, ci vogliono capitali altrettanto importanti!
Investimenti e rendite: il valore aggiunto della consulenza finanziaria indipendente
Qualsiasi metodo si decida di intraprendere, una valutazione attraverso la consulenza finanziaria di un professionista, può dare innumerevoli vantaggi.
Attraverso la pianificazione personalizzata, si può individuare correttamente il bisogno specifico e selezionare la soluzione migliore. Ognuno di noi è diverso dagli altri e così lo sono la sua situazione finanziaria, familiare e reddituale, di conseguenza la soluzione corretta alle sue esigenze sarà diversa.


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